#andràtuttobene

di Caterina Partisani, classe 1A, scuola secondaria di primo grado

Il Coronavirus ci ha costretti tutti a stare in casa, certe persone anche in quarantena, ma speriamo che alla fine vada tutto bene, e proprio per questa speranza comunitaria, #andràtuttobene è diventato uno slogan.
La mia giornata inizia verso le nove, poi faccio la doccia, faccio colazione, e, infine, iniziano le videolezioni. Non abbiamo degli orari di inizio o di fine precisi, ma in genere iniziamo alle 10:00, ogni lezione dura un’ora. Quando le lezioni finiscono, solitamente faccio i compiti oppure, se è ora di pranzo, mangio. Dopo pranzo mi rilasso un po’ e subito dopo faccio i compiti in videochiamata con Lucrezia, una mia cara amica.
Alle 20:00 ceno con la mia famiglia e poi guardo un film con i miei genitori e mia sorella. Le mie giornate sono abbastanza simili a quelle normali, sotto questo aspetto, però sembrano molto diverse, per via del fatto che non si può uscire di casa o frequentare nessun altro al di fuori della propria famiglia. Secondo me la chiusura delle scuole è stata sia una privazione che un’opportunità per capire come usare al meglio la tecnologia, anche in ambito educativo. Noi come classe usiamo molto google classroom e google
meet, che secondo me sono strumenti molto comodi. Google classroom è usato dagli insegnanti per darci compiti e materiale da usare per approfondire le lezioni, ma io preferisco google meet, perché permette di fare videoconferenze con i professori dove ci spiegano nuovi argomenti. Questa pausa da Coronavirus è stata per me un’opportunità per iniziare a fare cose che già da tempo volevo provare, come suonare l’ukulele o provare a diventare una chef provetta dedicandomi alla cucina. Mi manca l’opportunità di uscire con i miei amici o semplicemente di poter giocare con qualcuno che non sia mia sorella! Non mi sento completamente tranquilla in questi giorni, ma stare con la mia famiglia mi rasserena, perché insieme ci divertiamo molto.
In conclusione, il Coronavirus mi dà molta insicurezza, ma secondo me, è anche un’opportunità.